Sabato delle Anime della Pentecoste
Sabato delle Anime della Pentecoste – La nostra Chiesa ci chiama a un ricordo universale di “tutti coloro che dall’inizio dei tempi sono morti piamente nella speranza della risurrezione alla vita eterna”
Accendiamo una candela e preghiamo per le persone che non sono più accanto a noi. Come diceva San Paisios: «Quando accendiamo una candela per l’anima di un defunto, questa trae grande beneficio. Se hai un defunto che ha franchezza davanti a Dio e gli accendi una candela, egli è obbligato a pregare per te presso Dio. Se invece pensi che un defunto non abbia questa franchezza davanti a Dio, allora, accendendo una candela pura per lui, è come se offrissi una bevanda rinfrescante a qualcuno che soffre il caldo. I santi accettano con gioia l’offerta della candela e sono obbligati a pregare per chi la accende».
SABATI DELLE ANIME:
Nel suo particolare interesse per i defunti, la santa Chiesa Ortodossa ha stabilito un giorno della settimana dedicato a loro.
Come la Domenica è il giorno della risurrezione del Signore, una Pasqua settimanale, così il Sabato è il giorno dei defunti, per ricordarli e avere comunione con loro. In ogni preghiera, e in particolare in quelle del Sabato, il fedele commemora i propri cari, parenti e persone care, persino i nemici che hanno lasciato questo mondo, ma chiede anche le preghiere della Chiesa per loro.
Nel dittico, che portiamo insieme al pane offerto per la Divina Liturgia, vengono annotati i nomi dei vivi e dei defunti, che vengono commemorati.
Su base annuale, la Chiesa ha stabilito due Sabati dedicati ai defunti, chiamati grandi Sabati delle Anime: uno prima della Domenica di Carnevale e l’altro prima della Domenica di Pentecoste.
Con il secondo Sabato delle Anime si proclama la nostra fede nell’universalità della Chiesa, la cui fondazione e nascita (sulla terra) celebriamo durante la Pentecoste. All’interno dell’unica Chiesa sono compresi sia la Chiesa militante qui sulla terra sia quella trionfante nei cieli.
Il Sabato delle Anime prima della Domenica di Carnevale ha il seguente significato: il giorno successivo è dedicato alla Seconda Venuta del Signore, quel giorno terribile in cui tutti staremo davanti al trono del grande Giudice. Per questo motivo, con il memoriale dei defunti, chiediamo al Signore di essere misericordioso e di mostrare la sua compassione e longanimità, non solo verso di noi ma anche verso i nostri fratelli defunti, e di collocarci tutti insieme tra i figli del Suo Regno Celeste.
Durante i due grandi Sabati delle Anime, la nostra Chiesa ci chiama a un ricordo universale di “tutti coloro che dall’inizio dei tempi sono morti piamente nella speranza della risurrezione alla vita eterna”. Commemora:
Tutti coloro che hanno subito una “morte prematura”, in terra straniera, per terra e per mare.
Coloro che sono morti a causa di malattie contagiose, in guerre, in gelate, in terremoti e catastrofi naturali.
Quelli che sono stati bruciati o sono scomparsi.
Coloro che erano poveri e bisognosi e per i quali nessuno si è preso cura di onorare con le appropriate funzioni e commemorazioni.
Dio non è limitato da luogo o tempo. Per Lui, non solo ciò che percepiamo nel presente è noto e sempre presente, ma anche il passato e il futuro. Una preghiera della funzione della Divina Comunione, attribuita a San Giovanni Damasceno o a San Simeone il Nuovo Teologo, lo esprime in modo molto poetico: «Nel tuo libro, anche le cose non ancora compiute sono già scritte per te».
Dio ha scritto nel libro del suo amore anche le azioni che avverranno in futuro, quindi anche le preghiere che offriamo ora per persone vissute nel passato. Essendo eterno e onnipresente, il nostro Signore Gesù Cristo, pieno di bontà, abbraccia con la sua divina provvidenza l’infinito universo e i secoli senza fine. Si prende cura con il suo amore di tutti gli esseri umani che sono vissuti, vivono e vivranno: «Infatti l’amore di Cristo ci possiede» (2 Cor 5,14).
Con questa fede affidiamo all’amore e alla bontà di Dio “noi stessi e gli uni gli altri”, i vivi ma anche i nostri defunti.
Stergios N. Sakkos