Evitare la bestemmia


 «Ora deponete ... la bestemmia»

Quando Dio creò l’uomo «a sua immagine e somiglianza», gli concesse la capacità del linguaggio e gli diede persino il compito di dare un nome agli animali privi di ragione. Con la parola l’uomo glorifica Dio, prega, supplica, esprime il suo pentimento: «Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclamerà la tua lode», e «la mia bocca si riempia della tua lode, Signore, affinché io possa cantare la tua gloria, tutto il giorno la tua magnificenza».

Tuttavia, spesso l’allontanamento dell’uomo da Dio, l’interruzione della comunione con Lui, la trasgressione della sua volontà divina, lo spingono a usare la parola in modo sconveniente e contrario al volere di Dio. Una delle forme di questo uso peccaminoso della parola è la bestemmia contro il nome di Dio.

L’irriverenza della bestemmia

La bestemmia rappresenta una gravissima mancanza di rispetto verso Dio, un’offesa al Suo nome. Nell’Antico Testamento è associata al «nominare il nome del Signore» ed è punita con la morte: «Chiunque maledica Dio porterà il suo peccato, e chi nomina il nome del Signore sia messo a morte; tutta la comunità d’Israele lo lapidi... quando avrà nominato il nome del Signore, sia messo a morte» (Levitico 24:15-16). 

Nel Nuovo Testamento, la bestemmia è considerata un grave peccato. A volte è elencata insieme ad altri peccati gravi: «Dal cuore degli uomini, infatti, procedono i cattivi pensieri, adultèri, fornicazioni, omicidi, furti, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, bestemmia, superbia, stoltezza» (Marco 7:21-22); altre volte è posta in parallelo al peccato in generale: «In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini, e anche tutte le bestemmie che avranno proferito» (Marco 3:28). La gravità della bestemmia contro Dio o il Suo nome è particolarmente sottolineata nell’Apocalisse: «E (la bestia) aprì la sua bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il Suo nome» (Apocalisse 13:6), e «gli uomini furono bruciati da un grande calore, e bestemmiarono il Dio del cielo... e non si pentirono delle loro opere» (16:11).

Evitare ogni occasione di bestemmia

Inoltre, il Nuovo Testamento non solo evidenzia la gravità dell’irriverenza dell’uomo verso Dio manifestata con la bestemmia, ma esorta anche a evitarla: «Sia tolto da voi ogni amarezza, ira, sdegno, clamore e bestemmia, insieme a ogni malizia» (Efesini 4:31); «È accecato dall’orgoglio, non sa nulla, ma è malato di dispute e contese di parole, da cui nascono invidia, litigi, bestemmie, sospetti maligni... Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose» (1 Timoteo 6:4,11). Raccomanda inoltre di non compiere azioni che possano indurre altri a bestemmiare Dio: «Infatti il nome di Dio è bestemmiato fra le genti» (Romani 2:24).

Infine, tra i Padri della Chiesa, citiamo la breve ma incisiva osservazione di San Giovanni Crisostomo: «Coloro che bestemmiano... danneggiano la propria salvezza» (Sul velo, 3,1).

Fratelli miei,

la bestemmia è un atto irrazionale, schizofrenico. Per questo evitiamola e, «con una sola bocca e un solo cuore», glorifichiamo e onoriamo «il nome santissimo e magnifico» del Dio Uno e Trino. Amen.  

Archim. Th. Ap.



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