«La preghiera non va mai perduta, sia che Dio ci ascolti sia che no»
San Teofane l’Enclistos
Ecco come devi chiedere qualcosa a Dio: «Signore, Tu vedi che ho bisogno di questa cosa o che soffro per tale disgrazia. Aiutami, come sai e come vuoi! Sia fatta la Tua volontà…»
Con questo atteggiamento interiore, prega con costanza. Non una sola volta, ma a lungo, per giorni, per settimane, per mesi, per anni…
Continua a supplicare, a gridare:
«Signore, aiutami! Signore, liberami! Tuttavia, non avvenga ciò che voglio io, ma ciò che vuoi Tu».
Proprio questo disse Cristo nel Getsemani, quando pregava il Padre Suo.
E la vedova della parabola evangelica ottenne infine giustizia da quel giudice ingiusto, solo perché non si stancò di supplicarlo a lungo.
Un saggio pronunciò queste parole: «Devi diventare insistente con Dio e con i Suoi santi!».
La preghiera non va mai perduta, sia che Dio ci ascolti sia che no. Ed è naturale che non ci ascolti sempre, perché spesso Gli chiediamo cose inutili o dannose.
Tuttavia, anche in quei casi, apprezzando lo sforzo della nostra preghiera, Egli ci dona, senza che ce ne accorgiamo, qualcos’altro, utile e benefico.
Chi vi ha detto: «E cosa hai guadagnato finora dalla preghiera?» è uno stolto. Noi, quando preghiamo, chiediamo a Dio qualcosa che riteniamo buono.
Ma se, in realtà, è o risulterà dannoso – e questo lo sa l’Onnipotente – Egli non esaudisce la nostra richiesta.
Non esaudendola, dunque, ci fa del bene, perché altrimenti subiremmo un male che non siamo in grado di prevedere.